Terra di Moro Agricampeggio nel Salento
L’Azienda Agricola nasce nel 2010 in Puglia nel cuore del basso salento grazie all’impegno di due giovani e al loro amore per la natura, con l’intento di creare una realtà nel pieno rispetto dell’ambiente capace di far riemergere il significato e il legame profondo che unisce l’uomo alla terra e alla natura.
L’Azienda è immersa nelle campagne tra il Parco Regionale Litorale di Ugento, caratterizzato dalla macchia mediterranea e dal mare Ionio, con acque cristalline e fondali incantevoli, a ue passi dalle marine di Ugento, Torre Mozza, Lido Marini, Torre San Giovanni..
L’Azienda, a conduzione biologica, produce principalmente olio extravergine di oliva, da ulivi secolari, prezioso per l’eterogenea etnia delle sue piante come la “Ogliarola” leccese e la “Cellina” di Nardò. Questi uliveti producono un olio particolarmente fruttato grazie alla loro particolare posizione, esposti alla brezza marina e circondati dalla macchia mediterranea; le altissime qualità organolettiche dell’olio sono ulteriormente esaltate e garantite dalla raccolta effettuata a mano direttamente dall’albero e dalla spremitura “a freddo”, effettuata cioè entro le 24 ore e prodotta esclusivamente attraverso procedimenti meccanici. L’Azienda, invertendo la logica della meccanizzazione agricola, ha scelto di investire sui saperi manuali sempre rispettosi della natura anziché sull’impiego di mezzi meccanici che hanno portato all’alienazione e ad un rischio della perdita delle tradizioni e dei saperi.
L’Azienda propone anche momenti di condivisione permettendo ai visitatori di poter assistere e partecipare alla campagna di raccolta olive che si effettua a partire da metà ottobre.
Grazie alla presenza della macchia mediterranea che offre un’enorme varietà di piante aromatiche e medicinali, l’Azienda produce anche oleoliti ottenuti dalla macerazione di alcune piante nell’olio di oliva, come l’oleolito alla camomilla e alla calendula.
L’azienda inoltre, si propone di diversificare le proprie attività offrendo ai visitatori una mini-area camper composta da 13 piazzole completamente attrezzate e create rispettando la morfologia del territorio e una zona per il posteggio tende in cui gli ospiti potranno sostare immersi tra gli alberi di ulivo secolari e raggiungere il mare in pochi minuti. Inoltre sarà possibile degustare i prodotti tipici dell’Azienda autoctoni come la conserva pomodoro leccese, le marmellate, il patè di olive, i cibi sott’olio, coltivati secondo i metodi naturali e tradizionali.
E’ ancora in fase di realizzazione il progetto delle “masserie didattiche” che prevede il coinvolgimento delle scuole e non solo in varie attività finalizzate alla conoscenza e al contatto con la campagna e alla scoperta delle flora e della fauna che caratterizza questo territorio. Sarà possibile effettuare passeggiate guidate all’interno della macchia e data la grande presenza di uccelli migratori e non, saranno disponibili punti di avvistamento per gli appassionati di ornitologia.
05/04/2014 – PUBBLICATO SUL BLOG “LA NUVOLA DEL LAVORO” DEL CORRIERE.IT di Camilla Gaiaschi
Ripartire dalla terra
Competere con i giganti dell’olio di oliva non è facile. Tanto più se hai appena 32 anni e una micro-azienda biologica che ti sei costruito (quasi) dal nulla.
Giovanni Stendardo ci sta provando, e con discreto successo. La sua è una delle tante storie di ritorno consapevole all’agricoltura: una laurea triennale in scienze politiche a Macerata, poi il rientro, nel 2009, nel paese natale, a Presicce, in provincia di Lecce, con in tasca una tesi sulle misure europee di primo insediamento e la voglia di fare impresa nel settore agricolo.
Assieme al padre partecipa al bando regionale per giovani agricoltori.Ma a differenza di molti suoi coetanei che scelgono l’attività agricola, Giovanni non è propriamente un figlio d’arte: i genitori sono insegnanti, i campi che un tempo furono del nonno non superano i due ettari.
Troppo poco per accedere ai fondi europei elargiti attraverso il piano di sviluppo regionale (Psr): “Le misure per il primo insediamento si rivolgono solo a chi ha alle spalle o dei terreni o molto capitale per poterli acquistare – spiega Giovanni – non sono per tutti e questo è un limite enorme della politica europea”.
La Regione Puglia per esempio chiede 2200 ore annue lavorate per poter accedere ai bandi che corrispondono a circa 8 ettari di ulivi: “E’ un criterio molto difficile da raggiungere – prosegue – basato su vecchie tabelle e su una resa del terreno completamente inadeguata per un’azienda alla prime armi, tant’è che in altre regioni il requisito è decisamente inferiore”.
Per coprire i restanti 6 ettari i genitori di Giovanni usano tutti i loro risparmi: ne acquistano 2 e ne affittano 4 da parenti. “Senza i miei genitori non avrei saputo come fare – spiega – ho avuto successo perché siamo una famiglia unita, ma se avessi voluto aprire un’attività dal nulla sarebbe stato impossibile”.
Così, nel 2010 apre l’Azienda Agricola Giovanni Stendardo e nel 2012 comincia la conversione nel biologico. La vendita dell’olio extra-vergine di oliva decolla. Il contesto tuttavia non è dei migliori: i grandi marchi dell’olio hanno spinto i prezzi al ribasso e i piccoli produttori faticano a coprire i costi.
La compressione dei prezzi a volte passa attraverso la contraffazione, come una recente inchiesta della procura di Siena ha portato alla luce.
“L’olio è arrivato a costare 1,5 euro al litro ma la concorrenza è sleale – spiega Giovanni – i grandi marchi comprano olio non extravergine a prezzi stracciati da paesi come Turchia, Spagna e Marocco, ci aggiungono una piccola percentuale di extra vergine e lo rivendono come tale. Il pericolo maggiore per il food italiano non è rappresentato dagli stranieri che imitano il nostro extra vergine ma dagli italiani stessi che a casa loro fanno prodotti di cattiva qualità. Ora i media hanno iniziato a occuparsi di questo tema ma molto resta da fare sul piano della normativa”.
Nell’attesa che regole e controlli più ferrei vengano avviati, ai piccoli agricoltori non resta che sviluppare strategie di diversificazione e puntare sull’alta qualità, lottando contro il crollo dei prezzi di vendita: “Produco carciofi sott’olio, paté e marmellate per la degustazione e da quest’anno ho cominciato a coltivare grano da cui faccio produrre taralli e frise”, spiega Giovanni.
E dopo tre anni di lungaggine burocratiche, “la scorsa estate ho finalmente inaugurato l’agricampeggio Terra di Moro, con 13 piazzole per la sosta camper e una zona per le tende, a due chilometri dal mare, all’interno del parco litorale d’Ugento, dove i nostri ospiti possono anche degustare l’olio. Il riscontro è stato ottimo”.
Per il futuro l’idea è quella di sviluppare progetti nel sociale assieme alla compagna Sara, psicologa: “ci piacerebbe avviare una masseria didattica e progetti terapeutici come l’ortoterapia e la terapia con gli asini, in modo da diversificare l’attività non solo d’estate ma anche d’inverno”.
twitter@camillagaiaschi